Responsabilità 231, nuove indicazioni sul fronte dell’autoriciclaggio, reati fiscali e sul falso in bilancio. La nuova compliance 231 tributaria.
Con la definitiva criminalizzazione dell´autoriciclaggio ad opera della legge 15.12.2014 n. 186 si completa un percorso volto a contrastare in tutte le sue fasi i fenomeni di money laundering iniziato svariati anni fa dal legislatore e dalle autorità internazionali. In questo ambito è stata pubblicata la recente Circolare n.19867 del 12.06.2015 di Confindustria, che cerca di porre alcune chiavi di lettura della nuova fattispecie, volte a chiarirne portata e ambito applicativo.
La nuova compliance 231 tributaria
Appare utile richiamare, in via preliminare, il dettato normativo per poi analizzare le questioni aperte rispetto alla posizione dell´Associazione di categoria.
Più precisamente il nuovo art. 648-ter.1 c.p., rubricato “autoriciclaggio”[2], prevede due fattispecie delittuose distinte:
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al primo comma viene punito con la reclusione da 2 a 8 anni e con la multa da 5.000 a 25.000 euro chiunque – avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo punito con la reclusione pari o superiore nel massimo a 5 anni – impiega, sostituisce, trasferisce, in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente l´identificazione della loro provenienza delittuosa;
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al secondo comma sono sanzionate con la reclusione da 1 a 4 anni e con la multa da 2.500 a 12.500 euro le medesime attività, ove poste in essere in relazione ad utilità provenienti da delitti non colposi puniti con la reclusione inferiore nel massimo a 5 anni.
Ebbene, la richiamata Circolare di Confindustria in primo luogo rimarca le modalità della condotta che deve essere posta in essere “in modo da ostacolare concretamente l´identificazione” della provenienza illecita della provvista. Secondo il documento de quo, un´interpretazione rigorosa della nuova fattispecie eviterebbe il rischio che con un´applicazione estensiva l´autore di un reato tributario possa incorrere in automatico anche nell´imputazione per autoriciclaggio.
In altri termini, per Confindustria potrebbe accadere che ….CONTINUA A LEGGERE
Di:
Dott. Giovanni Barbato
Ufficiale della Guardia di Finanza in congedo.
Esperto antiriciclaggio e fiscale.
Responsabile Internal Audit di Veronafiere, presidente e membro di Organismi di vigilanza ex 231/2001. Cultore di diritto tributario presso l’Università di Verona.
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