Esplosione di segnalazioni sospette di riciclaggio al Nord con numeri preoccupanti
Nel 2013 complessivamente sono state 64.601 le segnalazioni di operazioni sospette segnalate dai vari destinatari della normativa antiriciclaggio all’Unità di informazione finanziaria (Uif), presso la Banca d’Italia, con un controvalore di operazioni segnalate pari a circa 85 miliardi di euro.
Il tema della normativa antiriciclaggio e dei numeri sopra riportati, è stato affrontato in un convegno a Padova lo scorso 27 marzo dal titolo “Antiriciclaggio: novità normative, istruzioni applicative e casistiche operative per Commercialisti e Notai” organizzato dall’UGDCEC di Padova e da Federnotai del Triveneto, in collaborazione con il Consiglio Notarile di Padova e Banca Generali.
PROFESSIONISTI ACCANTO ALLE ISTITUZIONI NELLA LOTTA AL RICICLAGGIO
In apertura dei lavori, ha osservato Davide Iafelice, presidente UGDCEC di Padova, che “i professionisti sono in prima linea accanto alle istituzioni nella lotta al riciclaggio, ed operano nel rispetto della legge tra l’obbligo del segreto professionale ed il dovere di segnalazione delle operazioni sospette, pur affrontando una normativa, come quella sul riciclaggio, che non è di chiara interpretazione e che comporta degli oneri di studio molto pesanti da sostenere per tutti i commercialisti“.
Nel corso della giornata, è emerso che i numeri relativi alle segnalazioni di operazioni sospette sono aumentati e manifestano una crescita in tutti i comparti dei soggetti segnalanti, ma il dato più significativo è stato che soprattutto nelle regioni del Nord si concentra il più alto numero di situazioni che impongono ai vari destinatari di segnalare operazioni sospette ai sensi della normativa antiriciclaggio.
L’EVASIONE FISCALE DEVE ESSERE SEGNALATA
Durante il dibattito a Padova, sono emersi interessanti spunti di approfondimento, tra i quali anche la circostanza che i professionisti sono tenuti a segnalare nel corso della loro attività di assistenza al cliente, tutti i casi di sospetto riconducibili ai delitti tributari, che sono da considerarsi quali reati presupposto ai fini della normativa antiriciclaggio e di quella prevista dal codice penale.
Il chiarimento arriva anche dalle parole del comandante della Polizia tributaria di Padova Giovanni Parascandalo poichè “il riciclaggio è un reato che può essere commesso anche attraverso reati come l’evasione fiscale o la corruzione“.
A PADOVA E IN VENETO RADDOPPIATE LE SEGNALAZIONI SOSPETTE
Nei dati elaborati dalla UIF relativi al primo primo semestre del 2014, la provincia di Padova ha il primato per numero di segnalazioni di operazioni sospette che sono state 792, contro le 450 del I semestre dell’anno 2013.
Il dato relativo a tutta la regione Veneta per il primo semestre 2014 è stato di circa 3000 segnalazioni di operazioni sospette, quando in tutto l’anno 2013 sono state complessivamente circa 5000.
Nella distribuzione territoriale delle operazioni sospette in base alle cosiddette “classi di rischio”, la macro area di cui il Veneto è parte, assieme al Friuli Venezia Giulia, all’Emilia Romagna ed al Trentino Alto Adige, vede il 54,3% delle segnalazioni classificate fra “rischio medio ed elevato” ed il 45,7 con rischio basso.
Si tratta delle “tipologie delle operazioni sospette” in ordine di peso: bonifici; acquisto e vendita di titoli; erogazione finanziamenti; emissioni o versamenti su conti di assegni o contante; trasferimento di titoli azionari.
Le maggiori segnalazioni riguardano nell’ordine: industria/edilizia/agricoltura, commercio e servizi.
ANCHE IN EMILIA ROMAGNA SEGNALAZIONI SOSPETTE IN AUMENTO
In Emilia-Romagna nell’intero anno 2013, sono state segnalate 4.497 operazioni sospette, e nel primo semestre 2014 sono state 2.445, il che porta l’Emilia Romagna ad essere la sesta regione al Nord per volume di segnalazioni.
Delle 2.445 segnalazioni nel primo semestre del 2014, in particolare, da Bologna ne sono arrivate 562, da Modena 363, da Forlì-Cesena 287, da Reggio Emilia 271, da Parma 249, da Rimini 237, da Ravenna 221, da Ferrara 147, da Piacenza 108.
Emerge inoltre che sono le le province di Modena e Rimini, quelle che nella documentazione dell’UIF segnalano quote elevate di bonifici provenienti dai “paradisi”, ovvero il 18% del totale delle operazioni in ingresso dall’estero.
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