Venezia 16/01/2015 – Giornata al servizio della prevenzione del riciclaggio con VEDA e ADCEC delle Tre Venezie
Di: Cesare Montagna – Redazione Veda
A Mestre nell’elegante cornice dell’Aula Convegni di Intesa San Paolo, banca sempre vicina al mondo dei professionisti, si è tenuto in data 16/01/2015 il seminario “Professionisti in prima linea nella prevenzione del riciclaggio”.
Nato dalla collaborazione tra Veda Formazione e l’Associazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Tre Venezie, e con il contributo di DATEV KOINOS, il seminario si è preposto l’obiettivo di portare a confronto eterogenee figure professionali che hanno contribuito, ciascuna nella propria specificità e con il proprio importante know how, a sviscerare le problematiche legate alle non semplice attuazione del corpus normativo inerente l’antiriciclaggio, creando così un’ amalgama di figure rappresentanti l’intero spettro di riferimento della materia e contribuendo a formare una sinergia tra i cosiddetti soggetti gatekeepers, ovvero i professionisti cui il D.Lgs. 231/2007 attribuisce nuovi obblighi di collaborazione con lo Stato, e le figure istituzionali preposte al controllo della legge. Un’impostazione del genere è sembrata dovuta alla luce della normativa stessa che arruola de facto le categorie professionali ed implica di conseguenza tutta una serie di fattori riguardanti il limine creatosi che determina la separazione tra l’interesse pubblico nel contrasto al terrorismo e al riciclaggio con l’interesse privato nella tutela del rapporto professionale con il cliente.
In seguito all’introduzione del sistema normativo per merito della Dott. Fabio Marchetto Vice Presidente ADCEC Tre Venezie, i lavori conferenziali sono passati alla moderazione della Dott.sa Mara Pilla Dottore Commercialista dell’ODCEC di Vicenza e Consigliere dell’ADCEC Tre Venezie, che, successivamente ad approfondite considerazioni riguardanti l’evoluzione della materia ed il ruolo del professionista, ha dato il via al seminario, contribuendo ad alimentare il dibattito tra i relatori con numerosi interventi anche da parte dei Dottori Commercialisti presenti in sala.
Ad animare e a contribuire alla formazione della conferenza sono stati i relatori, i quali hanno affrontato ciascuno un ramo inerente l’antiriciclaggio al fine di costruire un mosaico composito che desse forma nella totalità alla materia di riferimento.
A prendere per primo la parola è stato il Dott. Antonio Fortarezza, Dottore Commercialista e membro Commissione Antiriciclaggio OCDEC Milano, il quale ha affrontato la centralità dell’adeguata verifica del cliente e la criticità del sistema della segnalazione di operazioni sospette, contribuendo a delineare e a chiarire le implicazioni maggiormente pratiche nell’operato della figura professionale del dottore commercialista. Nell’intervento non sono mancati chiari riferimenti ai compiti effettivi previsti dalle normative vigenti ed un fondamentale corollario di comportamenti spettanti il professionista per evitare di incappare in situazioni fuori norma, con particolare attenzione prestate alle pratiche riguardanti l’approccio basato sul rischio, ovvero i criteri con i quali commisurare i livelli di rischi associati al tipo di cliente, la customer due diligence e la formazione di un archivio della clientela, con tutte le necessarie considerazioni tanto sul lato pratico per l’attuazione di quanto contemplato a norma di legge quanto su un piano squisitamente riflessivo e valoriale. Non meno rilevanza hanno assunto le nozioni di carattere temporale come ad esempio i termini entro cui effettuare la registrazione del cliente ed eventuali variazioni, e le nozioni di carattere procedurale, quali il corretto modus operandi cui attenersi nel dover archiviare la documentazione raccolta e sul come raccoglierla.
A seguito di ciò ha preso la parola il Maggiore della Guardia di Finanza di Venezia Amos Bolis, che, seguendo il proprio campo di pertinenza, ha fornito alla platea delle indicazioni sui controlli della Guardia di Finanza previsti dalla circolare dell’anno 2012 a tutela del mercato dei capitali con riferimento all’adeguata verifica e all’identificazione del titolare effettivo che deve essere effettuata, quest’ultima, contestualmente all’identificazione del cliente. In aggiunta a ciò sono state elencate le possibili sanzioni di carattere amministrativo e di carattere penale in cui si può incorrere in caso di trasgressione o omissione della normativa antiriciclaggio.
In proposito al rischio di sanzioni è intervenuto anche il Dottor Giangaetano Bellavia Dottore Commercialista in Milano, esperto in diritto penale dell’economia e consulente delle Procure che è entrato nel merito della complessità del fenomeno dell’antiriciclaggio nell’operatività dei dottori commercialisti, focalizzando l’attenzione anche sul fenomeno dell’ autoriciclaggio, del tutto attuale alla luce del recente inserimento nel codice penale del reato di autoriciclaggio (art. 648-ter.1) che sconfessa il principio ne bis in idem appartenente alla vecchia dottrina e ed apre a scenari ancor più inquietanti in relazione alle responsabilità del professionista ipotizzando persino rilevanza penale nel momento stesso in cui il professionista assiste il cliente in una condotta che vìoli le disposizioni dell’antiriciclaggio, richiamando in concreto la fattispecie delittuosa del favoreggiamento. Alla base di questa nuova introduzione vi è una ratio coerente con l’evoluzione della materia che vede nel riciclaggio una pietra angolare fortemente connessa con la cronaca quotidiana ed i fatti di attualità.
In questo quadro il Dottor Giangaetano Bellavia ha inoltre posto notevolmente l’accento sulla lack of knowledge di cui soffrono le figure professionali poco avvezze al diritto penale ed i rischi cui si può incorrere a causa di queste mancate conoscenze. Se già su un piano squisitamente amministrativo le sanzioni applicabili al professionista, disciplinate dall’art. 57 del D.Lgs. 231/2007, possono oscillare da un minimo di 5.000 euro ad un massimo di 200.000, sul piano penale vi sono rischi pecuniari legati all’inosservanza dell’obbligo di adeguata verifica della clientela o nel caso di omessa, tardiva o incompleta registrazione delle informazioni del cliente ma vi è persino il rischio di arresto da sei mesi a tre anni ed un’ammenda da 5.000 a 50.000 euro in caso di concorso con il cliente nella falsa attestazione sullo scopo, sulla natura dell’operazione e sulle false generalità del titolare effettivo.
Ulteriore luce sugli aspetti penali, prestando particolare attenzione alla fase dei controlli in loco negli studi professionali, l’ha posta il Tenente Colonnello Enrico Cherbauchic, Comandante del Gruppo Tutela ed Economia del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bolzano, che ha esordito nel proprio intervento mettendo l’accento sulla serietà e rigorosità con la quale il Corpo della Guardia di Finanza procede nell’ esecuzione delle ispezioni e dei controlli in materia di antiriclaggio, controlli che tenderanno a verificare l’esecuzione dell’adeguata verifica del cliente, la conservazione dei dati con l’istituzione del fascicolo del cliente, la presenza di un registro della clientela o di un archivio informatico equivalente, il registro di dati e delle informazioni, il rispetto dell’obbligo di segnalazione delle operazioni sospette e il rispetto dell’obbligo di comunicazione al Mef di eventuali violazioni della limitazione all’uso dei contanti.
Chiarezza è stata fatta anche per quanto riguarda le motivazioni e gli input che possono condurre ad un’ispezione: i casi sono molteplici e tra questi risaltano senza dubbio un’indagine a carico di un cliente, una segnalazione sul professionista stesso, il riscontro di omissione di segnalazione di operazione sospetta o la violazione riguardante la limitazione sull’uso del contante del cliente del professionista. Non è in ogni caso da escludere più semplicemente una ispezione “a campione”.
Scendendo inoltre su un piano ancor più sostanziale il Tenete Colonnello Cherbauchic ha concluso la conferenza indicando la centralità del sistema relativo all’antiriciclaggio in funzione dell’impianto normativo riguardante l’iter valutativo da parte del professionista al fine di un’eventuale segnalazione di operazione sospetta all’UIF (l’Unità d’Informazione Finanziaria).
Nel mentre di ciascun intervento non sono mancati inoltre confronti e scambi di opinioni nonché domande proveniente dai professionisti venuti ad assistere all’evento, il ché ha contribuito a fare ancor maggiore chiarezza e a dipanare anche gli ultimi dubbi, rendendo l’incontro una grande occasione di formazione professionale.
Non ho potuto partecipare al convegno ma il materiale fornito è molto interessante e curato.
Grazie
non ho partecipato al convegno ma il materiale, ottenuto gratuitamente (grazie), si è rivelato comunque molto utile per fornire un quadro di sintesi ma al tempo stesso preciso non solo degli adempimenti ma anche delle logiche e dei rischi connessi al tema antiriciclaggio.